venerdì 9 marzo 2012

Gas, Solare Termico e Fotovoltaico, verso il 2020 con un tris d’incognite

Il conto energia termico vedrà la luce a breve. Industrie di settore, tecnici ed esperti sono da tempo in fermento, non mancano però critiche e dubbi sulle bozze in circolazione. Il prelievo in bolletta sarà sostenibile o inciderà troppo sul prezzo del gas? Il solare termico si coniugherà bene con il fotovoltaico o andranno in concorrenza per lo spazio sui tetti? Esiste un’alternativa al conto energia termico per la promozione delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica?

Come previsto dal Decreto Rinnovabili (D. Lgs. n. 28/2011 di recepimento della Direttiva 2009/28/CE) il Governo sta provvedendo all'avvio di un nuovo meccanismo di incentivazione del solare termico e dell’efficienza energetica che, secondo indiscrezioni sulle bozze che circolano tra gli addetti ai lavori, sarà basato sul modello del conto energia, cioè sulla corresponsione di un incentivo per ogni kWh di energia termica prodotto per una durata di 10 anni.

Tale provvedimento nasce dal fatto che gli obiettivi di politica energetico-ambientale assunti nel 2007 dal Consiglio UE, noti anche con l’acronimo “20-20-20”, attribuiscono all’Italia tra le altre cose l’obbligo di conseguire per il 2020 il 17% di produzione da rinnovabili sulle forniture energetiche nazionali.

Con i provvedimenti fino ad ora adottati, il nostro Paese ha promosso soprattutto la produzione di energia elettrica da FER (attraverso i vari conti energia); considerando che il tetto di 6-7 miliardi di euro/anno per l’incentivazione del fotovoltaico verrà già raggiunto durante il primo semestre dell’anno e che di conseguenza il peso della tariffa A3 della bolletta elettrica è divenuto ormai insostenibile, il Governo ha deciso di puntare sulla produzione di calore da FER e sull’efficienza energetica.

In analogia con ciò che avviene con il conto energia per il fotovoltaico, quello termico dovrebbe essere finanziato da una componente aggiuntiva sulla bolletta del gas. A tal proposito è opportuno fare delle considerazioni:

- L’elettricità è un vettore energetico ed il peso del conto energia fotovoltaico è stato spalmato su tutti i consumatori;

- Il gas è una forma di energia primaria, quindi un diretto concorrente delle fonti rinnovabili, ed inoltre il peso del conto energia termico verrebbe sostenuto soprattutto da una parte dei consumatori, seppur in gran numero (per le imprese che consumano molto gas potrebbe esserci un fenomeno simile al “carbon leakage”, sarebbero ulteriormente penalizzate poi le centrali termoelettriche a gas, già in difficolta per la concorrenza delle rinnovabili elettriche che hanno priorità di dispacciamento) ;

- L’aumento del prezzo del gas, per un paese come l’Italia che almeno nel medio periodo sarà ancora fortemente dipendente dall’importazione del gas stesso, farà lievitare ulteriormente la bolletta energetica che nel 2011 è salita a ben 61 miliardi di euro;

- In Gran Bretagna, che è l’unico paese al mondo che al momento ha già adottato un conto energia per le rinnovabili termiche, la misura verrà per ora finanziata con 860 milioni di sterline (circa un miliardo di euro) dalle casse statali, essendo stata bocciata la proposta di reperire le risorse con un prelievo sulla bolletta del gas.

Emergono quindi delle forti perplessità su uno strumento così strutturato.

Relativamente al solare termico occorre tener presente anche che incentivare la produzione di energia termica non significa fare efficienza energetica e paradossalmente potrebbe esserci un effetto Rebound; se l’utente non utilizza infatti l’acqua calda sanitaria essa viene stoccata in un serbatoio d’accumulo che disperde calore verso l’esterno e conseguentemente si ha una perdita di energia termica.

Sarebbe inoltre interessante conoscere come verrà considerato il teleriscaldamento da fonti non rinnovabili, visto che il D.Lgs. 28/2011 (capo III, art. 20) lo considera alla stregua di quello da fonti non rinnovabili; non vorremmo ritrovarci a parlare di nuovo , a 20 anni dal provvedimento CIP 6/92, di una misura nata per incentivare le rinnovabili e che poi finisce per favorire le fonti cosiddette assimilate.

Un altro problema che esiste e che si accentuerebbe con l’adozione del conto energia termico è la competizione tra solare termico e fotovoltaico sugli edifici: le fonti rinnovabili elettriche e quelle termiche continueranno ad andare nella stessa direzione per il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto “clima-energia” o prenderanno strade diverse che finiranno per ostacolarsi?

Tornando al sistema di incentivazione, è a questo punto opportuno chiedersi se c’è un’alternativa al sistema feed-in tariff prima descritto.

In prima istanza si potrebbe pensare al “modello Gran Bretagna” ma, in un periodo storico in cui il Governo italiano sta cercando di tagliare buona parte dei sussidi, questa strada appare difficilmente percorribile.

Non resta quindi che ripresentare, in una maniera riveduta e corretta, quegli strumenti che hanno ben funzionato negli ultimi anni: detrazioni fiscali al 55% e certificati bianchi.

Secondo l’ENEA infatti nel settore dell’edilizia tali detrazioni, introdotte a partire dal 2007, hanno dato risultati molto importanti con un risparmio in termini di spesa totale. Nel periodo 2007-2010, a fronte infatti di un investimento totale che è ammontato a 11 miliardi di euro, da cui vanno detratti 6 miliardi di euro per mancato gettito fiscale, ci sono stati ritorni monetari per ben 10,6 miliardi di euro; è pertanto essenziale che il meccanismo delle detrazioni fiscali sia proseguito promuovendo però solo gli interventi più efficienti, non solo quelli più semplici, e rendendo flessibile la scelta degli anni di detrazione.

Nello stesso tempo per aumentare l’efficienza energetica nel settore dell’industria e dei trasporti (che sono quelli da cui ci si aspetta una crescita maggiore negli anni a venire) occorre insistere sui certificati bianchi, introducendo nuove schede standard ed andando a premiare, come per le detrazioni fiscali, solo gli interventi più efficienti.

Questo tipo di provvedimento porterebbe anche ritorni in termini ambientali e socio- economici non trascurabili; si potrà avare un sostegno a tutto il settore produttivo, contribuendo allo sviluppo di tutte le imprese del settore e, come per il fotovoltaico, un sostegno all’occupazione.

Per rendere più efficaci questi strumenti è opportuno infine che siano condivisi da tutti gli stakeholders (in particolare Enti Locali e Regioni) e soprattutto che siano affiancati da adeguate campagne di audit ed informative, in maniera che tutti possano comprendere i benefici e quindi sfruttarli.

Christian Lavalle

Daniele Pelagalli

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